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È sorprendente quante cose puoi scoprire mentre fai un bagno.
Ho scoperto per esempio che una mattonella nel mio bagno ha la forma di fallo.
Ho scoperto anche una coccinella così pigra che è ferma da 1 ora (forse è morta).
Ma la cosa più sorprendente è successa prendendo in mano la bottiglia di un noto shampoo: quello per la capoccia e le spalle, per intenderci.
La versione che avevo tra le mani diceva: “fino al 100% liberi dalla forfora*”.
Una dichiarazione forte vostro onore! – pensai.
Già liberi da forfora suona strano, poi pure il 100%!
Ma non era l’affermazione che mi interessava; era l’asterisco.
Guardo dietro e cosa leggo?
“*Forfora visibile da una distanza di 60 cm; con uso regolare.”
Ah-ha! Ecco l’inghippo.
Vado a prendere altri prodotti e sono stelle ovunque; asterischi che rimandano a informazioni sul retro.
La cultura del *non è vero un c@xxo!
Per qualche secondo ci sono rimasto male, devo ammetterlo. Poi ci ho pensato e mi sono detto: “ma di che ti lamenti, viviamo in un momento storico dove la comunicazione è basata sulla percezione della realtà”.
Eh sì perché se ci fai caso a nessuno frega più di mentire. Ed ecco spuntare:
– Senza glutine*
– 100 km al litro*
– Batteria che dura 5 giorni*
Poi vai a leggere in basso e…
* non è vero niente.
Ma come ci siamo finiti in questa situazione?
Semplice, non abbiamo tempo.
Stiamo sempre attaccati a questi smartphone che di “smart” non hanno veramente niente.
Ti fanno fare le cose più velocemente, questo sì, ma di intelligenza nemmeno l’ombra. Ci rincoglioniscono inibendo il cervello.
Si dovrebbero chiamare quickphone!
Sempre più veloci, sempre più superficiali che anche le pubblicità e la comunicazione si è adattata.
Il brutto è che non prestiamo attenzione ai dettagli.
Oggi si usano gli asterischi perché si ha fretta, perché il nostro pubblico ha fretta ma anche per nascondere dettagli.
Chi ha paura nasconde.
Chi è orgoglioso mostra.
Non prendermi per un nostalgico, ma una volta era diverso.
Guarda queste pubblicità che ho tirato fuori dal mio archivio di promo storici.
Vedi qualche asterisco?
Una volta si mostrava per essere migliorare invece di nascondere per emergere.
Ora vediamo una pubblicità di auto di oggi, ti va?
Ecco la pubblicità Fiat del 2012 che prometteva il costo della benza bloccato fino al 2015 a chi comprava una delle loro macchine.
Bello no?
Peccato che l’asterisco era piccolino piccolino.
A tal punto minuscolo che l’Antitrust l’ha dichiarata pubblicità ingannevole, condannando Sergione e la sua compagnia a pagare una multa da 200 mila Euro.
Morale della favola…
Enfatizza i punti forti e minimizza le lacune.
Ma non promettere ciò che non puoi mantenere.