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Contenuti e ancora contenuti.
Non si parla d’altro, vero?
Dalla rivoluzione digitale in poi anche le piccole aziende, come l’artigiano che lavora il legno sotto casa tua, sono costrette a produrre contenuti se vogliono sopravvivere nel mare pieno di squali di internet, specialmente se vogliono essere trovate su Google.
Certo, perché se non sei su internet ormai non sei nessuno.
Ma basta scrivere buoni argomenti?
Eh no!
Bisogna anche usare i giusti crismi del web design.
E quale font devi scegliere per il tuo sito web?
Potresti trovare una risposta molto sintetica in tanti blog che trovi su Google, e se vuoi te la do subito: i migliori fonts per un sito web secondo il parere di molti esperti sono
- Open Sans
- Lato
- Georgia
- Verdana
- Century Gothic
- Trebuchet
- Arial
Ma ti basta davvero una risposta del genere? Ahah, se smetti di leggere a questo punto, me la riderò alle tue spalle, perché il discorso è molto più complesso e potresti cadere in un grosso errore, pur scegliendo uno di questi fonts stra-consigliati.
Vuoi sapere perché non devi fidarti delle classifiche come questa a prima vista?
Beh, la realtà è sempre molto più complessa di come vogliamo credere. Per “economia” e praticità, il nostro cervello riduce l’insieme di informazioni e input della realtà a impressioni semplificate. Le bullet list, gli elenchi puntati, ci piacciono un sacco proprio perché abbiamo bisogno di vedere il mondo con più semplicità.
Ma se questo approccio innato va benissimo in alcune circostanze, come allo stato primitivo, quando non potevamo stare ore a contare tutte le foglie degli alberi una ad una per non essere divorati da un velociraptor (lo so, umani e dinosauri non sono mai coesistiti, ma mi piace crederlo), non ci aiuta nella vita moderna. Oggi, infatti, non rischiamo di essere sventrati letteralmente da qualche predatore affamato, ma figuratamente anche sì.
In che senso?
Le aziende pubblicitarie e tutti gli annunci di ogni tipo sfruttano i limiti del nostro cervello per farci votare un determinato partito o farci comprare una specifica marca di bevanda gassata alla cola.
Quando entriamo in un supermercato, come confermano le continue azioni disciplinari e legali contro le multinazionali che tentano di ingannare i consumatori, dovremmo metterci a leggere attentamente ogni etichetta, magari portandoci dietro un laboratorio chimico portatile per fare delle analisi sui campioni di quello che vogliono venderci.
Gli yogurt con fermenti lattici vivi, spesso, di vivo non hanno proprio nulla. La crema di nocciole più famosa al mondo contiene solo il 13% di nocciole e dovrebbe essere chiamata crema di zucchero, l’ingrediente principale.
Insomma: il nostro cervello è un instancabile riduzionista e noi dobbiamo esserne consapevoli sempre.
Cosa c’entra questo con i font per il tuo sito web? Se ti fermi a leggere la lista dei migliori font per siti web stilata da un sito o da un altro, non stai calcolando la complessità della realtà.
Sì, perché internet cambia di continuo, la tecnologia avanza veloce come un leopardo e, soprattutto, decidere il font più adatto per il proprio sito è una questione di psicologia, anzi, di psicomarketing.
Continua a leggere e dimmi se non ho ragione!
Font per il tuo sito web: quale carattere scegliere?
La psicologia è come un software che, attraverso algoritmi complicatissimi e intrecciati tra di loro, governa il nostro comportamento. Solo gli algoritmi più semplici, la punta dell’iceberg, sono facilmente riconoscibili nella vita di ogni giorno, mentre la maggior parte di essi è occulta, ignota, mascherata e nascosta sotto false sembianze. Non tutti i font sono adatti per il tuo sito specifico, e non tutti quelli che ho elencato come i migliori in generale possono andare bene per il tuo layout.
Ecco tutti i criteri che devi tenere in considerazione per scegliere qual è il font più adatto per il tuo sito.
1. Serif vs. Sans Serif: Grazia, Graziella e Grazie al…
Chi non sa qual è la differenza? Del resto non sei un novellino, ma un ripasso non fa mai male: i font Serif sono quelli con le “grazie” belle in vista, come il famosissimo Times New Roman. Quelli senza le grazie sono l’Arial e il Georgia, ad esempio.
Ovunque ti diranno: i Serif vanno bene per la carta stampata, ma per i siti web non si dovrebbero utilizzare i Sans Serif. Ok, ma perché?
Tutto nasce dai problemi degli schermi di una volta, che creavano degli sfarfallamenti visivi quando venivano inseriti i font con le grazie. Dal momento che un font, come ogni altro elemento, viene inserito in un riquadro di pixel, quando gli schermi per computer erano spessi mezzo metro, non si riuscivano a leggere bene se il carattere era di dimensioni troppo piccole.
Ma le cose sono leggermente cambiate, no? Con il televisore di casa vedi ogni poro aperto della pelle della tua pornostar preferita.
Il 4k è ormai una tecnologia quasi obsoleta e anche sui telefonini riusciamo a scorgere dettagli e una grafica prima impensabili. Il problema, quindi, non sussiste più.
Tuttavia ce n’è un altro: i lettori online leggono in media solo il 20% di quello che c’è scritto e si soffermano per molto poco tempo sui testi. D’altronde ci sarà un motivo per cui Google usa il tempo trascorso su una pagina come fattore di ranking SEO nel suo algoritmo, o no?
Quindi, prima di scegliere il font per il tuo sito web, se vuoi avere un certo peso negli occhi di Google oltre che avere una grafica sito che faccia invidia alla concorrenza, assicurati di aver:
- Eliminato i muri di testo: quando il testo è troppo fitto, il tuo testo smette di essere sexy, proprio come una moglie imbigodinata, con l’influenza e con 40kg di troppo.
- Ridotto la larghezza delle colonne: 60/70 caratteri per riga, ovvero 10/15 parole, vanno bene.
- Lasciato una buona interlinea e un po’ di spazio tra le lettere e le parole.
Fatto? Ok, perché il problema della lettura digitale è anche quello dei punti di riferimento.
Il foglio di giornale, volendo, può rimanere fermo immobile. Il testo che trovi sulla prima pagina, non si sposterà mai. Mentre le pagine di un sito web si “scrollano” (verbo che fino agli anni ’90 era utilizzato esclusivamente dagli uomini quando finivano di fare la pipì) e il nostro sistema occhi-cervello non ha punti di riferimento fissi. Lo schermo è sempre lì davanti, ma il testo si muove.
Allora?!
Allora, nella maggior parte dei casi il Sans Serif funziona alla grande perché semplifica la lettura. Questo è quel che conta: la leggibilità. Considera che leggere sugli schermi non è per niente naturale e non favorisce i nostri processi mentali di elaborazione e immagazzinamento. Sarebbe a dire, pensiero e memoria se la devono vedere dura. Tutto deve essere più a prova di idiota sul web, quindi il Sans Serif vince.
Ma, c’è un ultimo ma. È vero che i fonts Serif sono un po’ più difficili da leggere perché in generale il nostro cervello ci mette più tempo per distinguere le lettere. Ma è anche vero che i font Serif sono indiscutibilmente i migliori da utilizzare in alcuni tipi di progetti.
Quali?
Quando si tratta di lavori scientifici, ufficiali, statali, insomma, per tutte le formalità il Serif è d’obbligo. Se hai un sito di legislature varie o uno studio legale che non ha scopi divulgativi, il Serif è la scelta migliore. Il motivo principale te lo spiego nel prossimo punto.
2. I font sono simboli!
Che altro potrebbero essere? I font sono lettere, simboli che utilizziamo per riprodurre la realtà. Come tutti i simboli, anche i font hanno un enorme potere evocativo. Quale dei due font sceglieresti per gli inviti delle tue nozze?


Sei tentato a rispondere “il secondo”, vero? Ma non lo faresti mai davanti alla tua futura sposa! Ogni carattere evoca emozioni, idee e concetti differenti. Qui entra in gioco la psicologia nei suoi lati più affascinanti. Da una parte ci sono alcuni font che evocano immagini mentali particolari in quanto sono stati precedentemente utilizzati in dei contesti precisi.

Il carattere Fraktur è stato utilizzato per la propaganda Nazista: a nessuno, tranne ai nostalgici neonazi, verrebbe in mente di utilizzarlo.
Negli Stati Uniti l’Helvetica è il font utilizzato dal governo per inviare le tasse e i comunicati ufficiali. Nessuna azienda dotata di un po’ di senno lo utilizzerebbe negli USA.
Sono stati condotti svariati studi scientifici sulla percezione dei font ed è venuto fuori che percepiamo i font descrivendoli con aggettivi di uso comune.
Un font può essere per noi stretto o largo, snello, alto, basso, grosso, spazioso, arioso, etc… fin qui ci sembra tutto normale. Ma la psicologia ha anche scoperto che questi nostri giudizi, per lo più inconsci, sui font, hanno delle conseguenze.
Quali?
Attivano pensieri, immagini mentali e concetti: tutte le convenzioni grafiche e di design non sono altro che proiezioni delle nostre interpretazioni della realtà.
In poche parole, un carattere alto, leggero e snello andrà benissimo per un sito web dedicato alla moda, perché l’immagine mentale che si attiva nel nostro cervello è quella della modella, del canone di bellezza attuale, vicino all’anoressia.
Un carattere tozzo, grosso e squadrato andrebbe benissimo per il sito di una palestra specializzata in body building, perché quegli aggettivi li potremmo associare all’immagine di un culturista.
La nostra mente crea così delle associazioni dirette tra le caratteristiche visive dei font e le qualità che quegli aggettivi generici sono capaci di evocare.
“Alto, snello e leggero” ci evocano immediatamente gli aggettivi “sinuoso, elegante, piacevole, raffinato”. Quindi, non solo i font evocano le immagini mentali e i concetti legati all’ambito di utilizzo precedente, come nel caso del font “nazi”, ma anche valutazioni basate sulle caratteristiche grafiche e visive.
Allora, come vedi, non ti basterà scegliere uno dei fonts più comuni o che tutti considerano il migliore, ma se vuoi fare centro nel cuore (o nel cervello) dei tuoi lettori, dovrai scegliere il font più adatto per il tuo settore.
Ecco una lista delle linee guida da seguire per scegliere il font del tuo sito web:
- Il Serif trasmette eleganza e razionalità. Ottimo per comunicazioni ufficiali, articoli scientifici, siti web che si occupano di formalità e vogliono far leva sulla loro autorevolezza. Oh, mi raccomando: “16 is the new 12”! Non sono misure intime, ma bada alla grandezza del font del tuo sito! La leggibilità prima di tutto. Quindi, se scegli un Serif, come il bellissimo Baskerville, assicurati che sia grande abbastanza. 14 è il minimo, 16 o 18 sono ottimali. E fai pure attenzione al contrasto: se lo sfondo è bianco, il tuo Baskerville sarà nero come la pece, non di certo azzurrino!
- Il Sans Serif trasmette informalità, creatività, innovazione, tranquillità. Ma occhio a non esagerare con i font più Ricorda sempre che i tuoi lettori leggono di più le pagine facili da leggere, li ricordano di più e li convincono di più. Vai sul semplice, come il Futura o il Gotham.
- I font light (di ogni categoria, sia Serif che Sans) evocano bellezza, femminilità, stile.
- I font medium sono quelli più leggibili e i più adatti per il corpo del testo.
- I font bold, quelli tozzi, evocano mascolinità, forza, potere.
- I font arrotondati, come il Gill Sans, evocano femminilità, sensualità, comodità, comfort e relax. Sono particolarmente rassicuranti, specie se utilizzati con delle buone spaziature tra le lettere e le parole e con un’interlinea anche doppia. Ottimi per i siti di salute e benessere, ma anche per quelli di cucina. Più sono rotondi, più evocano golosità.
- I font più spigolosi evocano invece formalità, mascolinità, affidabilità, durevolezza, e si abbinano meglio a siti dal sapore più aspro e amaro.
- I font più semplici, come l’Arial, sono i più diretti, facili, espliciti.
- I font più complessi, da usare con il contagocce (più per flyer, pubblicità e volantini, che per siti web), evocano unicità e creatività.
- Il corsivo evoca movimento, dinamicità, ma dosalo con cautela.
- Il MAIUSCOLO evoca potenza, forza, ma va usato anch’esso molto poco. Meglio le iniziali maiuscole, vengono lette molto meglio (ad esempio nei titoli).
- I font uniti, come tutti quelli che imitano le calligrafie, evocano unità, collettività. Ma sono come cavalli selvaggi, difficili da domare. Te li sconsiglio, a meno che tu non sia un web designer esperto.
- I font “condensed”, ovvero le versioni compatte dei font, con le lettere più vicine tra loro, evocano precisione (a patto che non si esageri).
- I font nelle loro versioni “extended”, con le lettere più distanti tra di loro, sono più rassicuranti e tranquillizzanti.
- I font più bassi e corti, come l’Helvetica, evocano gravità, solennità, formalità e stabilità. Evitali nei blog sbarazzini.
- I font alti evocano lusso, stile e personalità.
Un’ultima cosa
Non usare mai più di due o 3 font in tutto il tuo sito.
2 è il numero perfetto.
Ma come scegliere gli abbinamenti?
Semplice: scegli il font più adatto per il tuo particolare contenuto (seguendo la mia lista di consigli sui migliori font per siti web) e per titoli e titoletti scegli un font non troppo dissimile, più basso e più corto, ma in una versione “condensed”, “medium” o “bold”.